Ciao, sono Mariachiara Montera: sono una content creator, copywriter, consulente, e podcast host. Se oggi si parla così tanto di cibo, è anche colpa mia.
A marzo del 2012 ho lasciato Milano e sono venuta a vivere a Torino: come racconto spesso, il primo periodo qui lo ricordo con un misto di sconforto e leggerezza.
Ho scelto Torino perché cercavo una città meno pressante rispetto a Milano e dai costi più accessibili: credevo di trovare una città viva, organizzata e meritocratica come credevo fossero le città del nord. Sembra una banalizzazione, ma l’altrove lontano viene sempre impacchettato in maniera molto più indifferenziata di quel che si crede. Ho trovato una città caotica, piena di muri di classe e di caste, con strade vuote. Dove ero finita?
Dall’altra parte qui ho trovato l’umanità che cercavo: gli amici veri, una rete di supporto e di sostanza, la facilità di andare a bere qualcosa insieme senza organizzarsi con mesi di anticipo. Qui ho costruito i rapporti che le persone costruiscono all’università, solo che avevo 32 anni.
Col tempo ho vissuto Torino con parecchia ambivalenza, perché Torino sa essere brillante e ostile, sa essere zucchero filato e catrame: concentra in pochi luoghi e in poche persone una ricchezza ingiustificata, e nelle periferie spinge tutto quello che farebbe di lei una città metropolitana vera, ma niente, Torino vuole essere paese ricco di campagna.
Ho vissuto anni di sciattezza culturale enorme, e di progressivo decadimento: la politica è stata miope, l’imprenditoria è scarsa, le risorse non circolano. Si è impoverita, come tutti. Resiste, come tutti. Arranca, e noi con lei. C’è poi una cosa che Torino non sa fare, mettersi in imbarazzo e andare incontro al giudizio. E quindi non si confronta, e si impoverisce.
C’è anche un’altra cosa: se sei migrante, se non sei nata nella città dove abiti, la città diventa il centro della tua vita, più che altrove. Il quartiere dove vivi, i negozi dove compri le verdure, i mercati, i mezzi che prendi: è vero, sono il quotidiano e sono l’abitudine. Ma per me sono la geografia con cui mappo la mia nuova identità, che si riempie di questi luoghi, e che li attraversa chiedendo: rimarranno? Rimarrò? Per questo mi attacco così tanto a tutto: ho paura di scomparire, ho paura che senza la città che ho imparato a chiamare casa, io dovrò ricostruire di nuovo tutto.
Non è per possesso che cerchiamo casa nelle città dove veniamo a vivere, è per avere sollievo.
Dopo 12 anni qui, i miei affetti e la mia geografia sono quasi stabili, e il mio sguardo rimane critico: vivo Torino in maniera viscerale, con tutto l’odio, e tutto l’amore che ho. Ma è qui che ho deciso di vivere, per ora, ed è qui che provo a cambiare le cose: dal basso, dalla periferia, dalle reti.
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Dopo l’anteprima del post, vai fino a Setaccio, dove raccolgo quello che ho mangiato, letto, appuntato.
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Torino Elettrica
Il 3 luglio del 2023 ho creato un gruppo Telegram che si chiama Torino Elettrica, per uscire a cena o pranzo insieme a Torino. Nel frattempo questo gruppo è cambiato molto, ed è arrivato il momento di raccontarvi come un gruppo mangereccio si è trasformato in una bellissima comune.
Come è nato il gruppo di Torino Elettrica
Torino Elettrica si chiama così in onore del tomino elettrico, un antipasto piemontese dove i tomini vengono serviti con la salsa verde (prezzemolo, aglio, alici, olio, capperi) o salsa rossa (passato di pomodoro, zucchero, aceto, aromi e spezie, spesso preparata anche con tonno). Volevo che richiamasse un nome già sentito, certo, ma anche indicare che le energie nascono dal contatto: ora tra di noi ci chiamiamo elettric* <3
L’idea è nata dal fatto che provo a volte, per passione, posti nuovi con un budget alla mia portata, che è un po’ alla portata di molti e molte: locali dai 15 ai 35 euro, in giro per Torino, mossa dalla curiosità. Le persone si fidano dei miei giudizi, perché sanno che sono molto selettiva. Ho pensato: perché non farlo insieme?
Ho quindi aperto Canva, ho cercato Torino, è uscita fuori questa Mole che sembra anche un po’ una pagoda, e ho pensato: fa per me, basta con questa Torino vetusta e classica, aggiorniamola. E ho aperto il gruppo.
Setaccio è una miscellanea di link di cose che ho mangiato, letto, appuntato e che possono essere di ispirazione per i tuoi appetiti.
Questa volta ti segnalo realtà torinesi che stimo, che creano eventi e comunicazione bella in città: sono realtà concrete e solide. Le ho scelte anche perché la maggior parte non ha una bella piega o ha qualcun* che gli lascerà una casa a Cit Turin, per intenderci.
Rete Italiana di Cultura Popolare, che offre servizi di supporto, gestisce la rete di portinerie di comunità e organizza la bellissima iniziativa Indovina chi viene a cena?
Les Petit Madeleines, che organizzano cene nelle bocciofile e scambi oggetti e libri in Campidoglio
Federica, che mette insieme artigianale* e freelance tra Torino e Avigliana
Elsabiet organizza passeggiate a Torino ed eventi di cittadina attiva
Bite Market, mercato vintage e second hand organizzato da Gynepraio e Clarainthemirror
Scambisti vegetali, con cui ci si scambia piante e talee
Torino Città per le donne, associazione che promuove incontri per una città a misura di donne
Orti generali, che a Mirafiori organizza corsi, gite, e ospita orti
Cascina Roccafranca e in genere tutte le case di quartiere, che offrono servizi di prossimità, corsi e aule per studiare e attività ricreative
Non una di meno - Torino, associazione femminista e transfemminista che combatte contro la violenza di genere
Ti va di suggerirmene altre?
Cosa ho comprato
(idea rubata a Domitilla Ferrari)
Ho fatto 2 donazioni: a Fondazione Paidea che lavora con bambini con disabilità e che con Zandegù giovedì 30 novembre organizza una raccolta fondi con un quizzone, e sono diventata sostenitrice di Amnesty International.
Olio al CBD per dormire, col Black Friday
I soliti crocchi che costano una fucilata per il mio gatto problematico
Il solito planner non datato di The Completist dal sito di Say Paper, ma stavolta con spirale e copertina rigida
Il panettone 2024 di Gastronomia Yamamoto con Zerocalcare, a cui ho lavorato ma questo è un regalo per una persona speciale
Dei biglietti per due spettacoli al teatro Carignano e alle Fonderie Limone col Black Friday
(Alcuni di questi link sono affiliati, ossia se compri seguendo quei link io ho una percentuale di guadagno)
A cosa sto lavorando?
Lavoro per il 2024: cerco aziende sponsor per Banchetto, il cookbook club creato da me e Myriam Sabolla, e cerco aziende con cui lavorare come creator, per collaborazioni a lungo termine. Vogliamo lavorare insieme? Qui trovi un po’ di numeri e informazioni.
Come consulente, sto lavorando per Gastronomia Yamamoto e per un eCommerce di prodotti alimentari, per il piano di comunicazione e i testi.
A Parma terrò 3 corsi, l’11 e il 12 dicembre: metto insieme i puntini. I corsi sono sulla pagina Eventbrite del Laboratorio Aperto di Parma e sono gratuiti.
Come creator, sto lavorando con: il Centro Commerciale Le Gru di Torino, la Specialty Coffee Association Italia, il whisky Laphroaig, Helpcode.
Ho chiuso una collaborazione che doveva essere mensile, e che invece non è mai partita per ritardi assurdi dei pagamenti. Te lo racconto perché a volte si perde un po’ il senso della realtà, che di fatto è che la mia azienda sono io, e col lavoro ci pago me stessa, la casa, le spese e gli investimenti: visto che sono da sola, accetto un numero di lavori limitato, e quando dico di sì a uno, dico di no a un altro. Ecco: quel sì e quei no mi sono costati dei soldi, e sono parecchio arrabbiata.
Ciao, sono Mariachiara Montera, e sono content creator e copywriter, consulente, talent, podcast host, formatrice, copywriter. Realizzo e progetto contenuti per arrivare alla pancia delle persone e smuovere scelte, emozioni, decisioni.
Scrivo e lavoro col cibo dal 2006: l’ho fatto per testate, siti, giornali, blog aziendali.
Nel 2019 ho pubblicato il mio primo podcast per Storytel, Lingua, dove parlo di cibo e relazioni.
Nel 2022 è arrivato Guscio, il mio secondo podcast per Storytel, dove affronto il tema della psicoterapia: anche qui c’è tanto cibo.
Sempre nel 2022, ho scritto un saggio autobiografico per Einaudi, “Non dipende da te”, sul tema del lavoro e della vergogna.
Il cibo è il modo in cui ho scelto di raccontare il mondo che abito: la scrittura è la chiave con cui comunico il mondo che vedo e quello che creo.
Complimenti per tutto il lavoro che svolgi a Torino. Devo dire che essendo per me stata sempre una città di passaggio non ho mai avuto modo di farmi un'idea del tipo di città che fosse, al di là di dire che il centro è elegante e non caotico. Per qualche motivo pensavo che anche qui le cose stessero prendendo una piega differente, ma forse è anche un bene che la città non vada verso quella deriva di modernizzazione che poi rende i centri inaccessibili (e molti mi dicono che questo è un po' il bello di Torino: ha i vantaggi di una città del nord ma rimane alla portata dei comuni mortali). Discorso naturalmente molto complesso che mi piacerebbe davvero affrontare con te davanti a una pizza la prossima volta che salgo. Offro io! 🙂
PS: mi dispiace per il lavoro che ti ha causato rabbia.